Assaggi quotidiani d’arte – Paesaggi

In collaborazione con il Servizio Musei e Biblioteche del Dipartimento Scuola, Educazione,Promozione Turistica, Cultura e Sport

Assaggi quotidiani d’arte – Paesaggi

#1 – Mercoledì 22 aprile 2020 – Veduta di Trieste (1803)

Karl Friedrich Schinkel, Veduta di Trieste, 1803, tempera, acquarello e matita grigia su carta, 34,4 x 46,4 cm, Kupferstichkabinett, Berlin.

Come ci mancano le passeggiate sul Carso che si affaccia sulla città. La bellezza degli scorci abbagliò l’architetto Karl Friedrich Schinkel che, giunto a Trieste nel 1803, scrisse nel suo diario di viaggio:

“L’ingresso nei meravigliosi climi italiani, per un tedesco, non potrebbe essere più sorprendente che nella città di Trieste […] finora mai avevo avuto una simile impressione da uno scenario naturale. Provenendo da un deserto di pietra [allora il Carso era così!] improvvisamente mi si apre allo sguardo la vasta distesa del Mare Adriatico”.

Ma se le parole descrivono le esperienze, le immagini evocano vividamente le apparenze riprodotte da Schinkel in questo stupendo acquerello conservato a Berlino.


#2 – 23 aprile 2020 – La proclamazione del Porto Franco di Trieste (Civico Museo Revoltella, 1855)

Cesare Dell’Acqua, La proclamazione del Porto Franco di Trieste, 1855, olio su tela, 152 x 224 cm, Trieste, Civico Museo Revoltella

Trieste era ed è un grande emporio di merci che giungono da ovunque. Secondo Domenico Rossetti la crescita economica e sociale di Trieste iniziò grazie a un privilegio particolare: lo statuto del Porto Franco. Pasquale Revoltella volle ricordarlo commissionando un quadro al pittore Cesare Dell’Acqua nel quale Giovanni Casimiro Donadoni, come in una scena teatrale, reca il documento ufficiale, ottenuto nel 1719 dalla Casa d’Austria. La città cosmopolita, nel plauso generale, accoglie la notizia: Trieste è Porto Franco.


#3 – 24 aprile 2020 – Veduta con la lanterna

Arturo Rietti, Veduta con la lanterna, carboncino e matita su carta bianca, 19,50 x 29 cm, collezione privata.

Il pittore triestino Arturo Rietti nel 1919 così descrisse la sua città:

“Trieste non può essere ‘provinciale’. Vi è nelle persone e nelle linee del paese un genere di bellezza grandioso che fa pensare all’antica Grecia, all’Egitto, all’India ”

La città descritta da Rietti è più sognata che reale, così simile ai porti del Mediterraneo visitati da Corto Maltese. Miraggi del mondo di ieri che appaiono in questo carboncino e matita dell’artista (coll. privata) nel quale, sul fondo, si intravvede la Lanterna che delimita l’ingresso al porto vecchio.


#4 – 25 aprile 2020 – Veduta a volo d’uccello della città di Trieste (Civico Museo Revoltella)

Albert Rieger, Veduta a volo d’uccello della città di Trieste, stampa acquarellata, Trieste, Civico Museo Revoltella

Se le passeggiate ci sono precluse, un giro immaginario nel centro città può essere compiuto grazie alle mappe storiche. L’epoca della grande affermazione commerciale di Trieste è ben rappresentata in questa stampa, tuttora conservata nel palazzo Revoltella.
Nell’immagine appare il fiorente emporio triestino con le navi che entrano nel “Canal de ponte Rosso” ai cui lati c’erano i magazzini di stoccaggio delle merci.
La veduta a volo d’uccello è di Albert Rieger e fu realizzata su commissione del barone Pasquale Revoltella.


#5 – 26 aprile 2020 – Il porto e la ferrovia di Trieste

Il porto e la ferrovia di Trieste, stampa della seconda metà dell’Ottocento

Quanti di noi vorrebbero prendere un treno e partire, ora che possiamo soltanto fantasticare di viaggi mai realizzati.
Nel grande emporio triestino dell’epoca, il collegamento ferroviario rappresentava un punto di arrivo dei prodotti che provenivano dall’Europa centrale e orientale, e dei quali portavano i sapori, gli aromi e il fascino dell’inesplorato, altresì la ferrovia inviava a Vienna ciò che qui si produceva o si pescava, non ultimo dei tonni, pescati nel golfo!
La stampa della seconda metà dell’Ottocento raffigura Il porto e la ferrovia di Trieste: una città moderna accosta alla campagna con i suoi ritmi antichi.