Assaggi quotidiani d’arte – Scultura

In collaborazione con il Servizio Musei e Biblioteche del Dipartimento Scuola, Educazione, Promozione Turistica, Cultura e Sport

Assaggi quotidiani d’arte – Scultura

1# 15 giugno 2020 – Mirko (Basaldella), Il gran sacerdote rosso, 1964 (Civico Museo Revoltella)

Mirko (Basaldella), Il gran sacerdote rosso, 1964 (Civico Museo Revoltella)

Mirko Basaldella compose Il gran sacerdote rosso attraverso l’incastro di più elementi di abete rosso, sommariamente tagliati e uniti gli uni agli altri con ganci e chiodi di ferro. L’artista udinese approfondì il suo interesse per gli idoli totemici degli indiani d’America durante la sua esperienza statunitense alla Harvard University negli anni Sessanta. Davanti all’opera percepiamo l’energia dell’idolo primordiale, dotato di quel magnetismo che già caratterizzava le composizioni realizzate dai nativi d’America.

2# 16 giugno 2020 – Pietro Canonica, Sogno di Primavera, 1898 (Civico Museo Revoltella)

Pietro Canonica, Sogno di Primavera, 1898 (Civico Museo Revoltella)

Pietro Canonica incide sulla base del busto i versi di Alfred de Musset: “La bocca custodisce il silenzio per ascoltare la voce del cuore”. Lo scultore, riprendendo i modelli quattrocenteschi di Laurana e Donatello, traduce con un’allegoria visiva il tono pensoso e solitario della poesia. Nella visione d’insieme, l’opera definisce un volto elegantemente irreale, ma lo sguardo ai dettagli ci mostrano una donna reale, con il naso pronunciato, le labbra tumide e l’ovale carnoso.

#3 – 17 giugno 2020 – Paul Troubetzkoy, Ritratto di Arturo Rietti, 1911 (Civico Museo Revoltella)

Paul Troubetzkoy, Ritratto di Arturo Rietti, 1911 (Civico Museo Revoltella)

Il pittore triestino Arturo Rietti e l’amico scultore Paul Troubetzkoy definivano con la stessa attenzione i volti e le espressioni degli uomini. Operando, l’uno sulla tela e l’altro nel modellato, erano accomunati dalla medesima prassi operativa che si riverberava, nell’aspetto formale, in quel tratto apparentemente trascurato, rapido e sicuro che, nella scultura, si realizzava con nervosi colpi di pollice o di paletta. Un modo di lavorare la materia apparente disordinato tanto che, ad un primo sguardo, il ritratto ci appare appena abbozzato ma, soffermando l’attenzione ai dettagli, possiamo scorgere quel vigore caratterizzante la forte personalità di Rietti.

#4 – 18 giugno 2020 – Marcello Mascherini, Estate, 1936 (Civico Museo Revoltella)

Marcello Mascherini, Estate, 1936 (Civico Museo Revoltella)

Nel 1941, pochi anni dopo la realizzazione di una delle sue opere più belle, lo scultore Marcello Mascherini così ne racconta la genesi:

«S’era d’estate ed io vivevo sulla spiaggia: vedevo giovani immergersi nel mare, uscirne grondanti, rituffarsi, saltare, gridare, nuotare […]. Avevo guardato al modello per comprenderlo, non per copiarlo, pur tenendolo costantemente vicino, facendolo gridare e ripetere continuamente il movimento. Non volevo avere davanti a me una cosa morta, ma un essere pulsante, perché una figura in moto suggerisce una plastica completamente diversa da una figura immobile»

#5 – 19 giugno 2020 – Giacomo Manzù, Bambino con l’anatra, 1947 (Civico Museo Revoltella)

Giacomo Manzù, Bambino con l’anatra, 1947 (Civico Museo Revoltella)

L’artista amava recuperare le tecniche e i soggetti antichi per restituire, attraverso il materiale plastico, il palpito della vita. Quest’opera rappresenta la rivisitazione della scultura ellenistica del bambino che strozza l’anatra, conservata ai Musei Capitolini. Lo studio delle diverse tensioni fisiche appare con gran evidenza nel bronzo del Revoltella dove un bambino felice e giocondo cade di spalle nello sforzo di trattenere un’anatra. Rilevante il raro equilibrio compositivo che si esprime nella solidità antica cui fa da contraltare il vibrante pittoricismo che rimanda a Medardo Rosso.